Ci sono casi in cui gli scienziati si sono dovuti arrendere alla frustrante evidenza che, anche supponendo di avere capacità e risorse infinite, esistono dei traguardi intellettuali cui la mente umana non potrà mai arrivare.
In questo articolo ne vediamo due esempi, nel campo della filosofia e della fisica teorica e mi scuso se in qualche caso dovrò inserire delle equazioni nel testo per completezza di esposizione.
Il problema della prescienza
La discussione squisitamente epistemologica sull’esistenza del libero arbitrio e l’onniscienza di dio si svolge da sempre come contrappunto ai discorsi sul metodo scientifico che si pone come obiettivo pratico il raggiungimento della conoscenza dell’universo.
Mentre il metodo scientifico riconosce intrinsecamente i limiti alla conoscenza dovuti alla finitezza delle nostre risorse, ma fornisce i mezzi per gestire le nostre limitazioni, in filosofia e in teologia ci si è spesso domandati se le stesse limitazioni fossero applicabili ad un ipotetico essere superiore.
E spesso una delle caratteristiche utilizzate per definire questo essere superiore è stata proprio quella di essere immune da tale limitazione alla conoscenza.
L’epistemologia (da ἐπιστήμη – epistème, conoscenza certa e λόγος – logos, discorso) è una branca della filosofia vasta ed interessante, di cui ci siamo occupati brevemente nell’articolo “Chi ha paura del gangarone?” parlando del paradosso dei corvi neri di Hempel.
In questa sede esploriamo una delle difficoltà filosofiche connesse con il concetto stesso di onniscienza.
L’ipotesi che esista un essere onnisciente si porta inevitabilmente dietro due problemi filosofici: l’esistenza del libero arbitrio e la possibilità che esista una qualche forma di prescienza.
Mentre conciliare l’esistenza del libero arbitrio con l’onniscienza di dio ha soprattutto dei risvolti teologici, ammettere la possibilità che esista una prescienza, ovverosia la conoscenza di ciò che accadrà nel futuro, pone soprattutto dei problemi di natura logica, che andremo ad illustrare prendendo esempio dal video del prof. Richard Holton che potete visionare su YouTube.
Supponiamo che esista un dispositivo che abbia la semplice funzione di comandare l’accensione di una lampadina ogni giorno, decidendo in base a dei criteri che vedremo più avanti, se allo scoccare del mezzogiorno, tale lampadina debba essere accesa o rimanere spenta.
In maniera analoga, ci viene chiesto di predire cosa farà la macchina con cinque minuti di anticipo mediante l’accensione di una lampadina. Se riteniamo che la macchina, allo scoccare delle ore 12:00, accenderà la lampadina, accenderemo la nostra almeno entro le 11:55. Viceversa la lasceremo spenta se riteniamo che sarà questa la scelta della macchina.
Per eseguire questo compito abbiamo a disposizione risorse straordinarie:
- siamo a conoscenza dello stato di tutte le particelle dell’universo, la loro posizione, energia, velocità e qualsiasi altra grandezza ci possa sembrare utile conoscere;
- siamo a conoscenza di tutte possibili leggi della natura, anche quelle ancora da scoprire
- possiamo disporre di una capacità di calcolo infinita per elaborare le informazioni raccolte ai punti sopra e la potenza di calcolo è tale da fornirci il risultato dell’elaborazione in tempo zero;
- siamo anche a conoscenza di ogni dettaglio sulla costruzione e il funzionamento del dispositivo stesso il cui comportamento siamo chiamati a predire.
Per quanto possano sembrare umanamente irrealizzabili, queste premesse farebbero sembrare il compito abbastanza fattibile, ammettendo che esse siano soddisfatte. In altre parole ci si chiede di metterci nei panni di una divinità onnisciente e ci si chiede di valutare se questa divinità sarebbe in grado di riuscire in questa impresa di previsione del futuro.
C’è però un ulteriore dettaglio sul funzionamento del dispositivo.
Esso è dotato di una telecamera di sorveglianza che osserva lo stato della vostra lampadina (inutile dire che questo esperimento ideale non prevede l’occultamento della lampadina o il danneggiamento della camera, ecc.). Nell’intervallo di tempo che intercorre da quando avrete effettuato la vostra scelta allo scadere del mezzogiorno, il dispositivo osserva lo stato della vostra lampadina e imposta la propria scegliendo il contrario di quanto indicato da voi.
In pratica il dispositivo è progettato in modo da frustrare qualsiasi vostro tentativo di predirne il comportamento!
Nonostante la disponibilità di conoscenze infinite, non c’è modo di effettuare una previsione corretta sul comportamento della macchina.
Questo esperimento mentale dimostra che il concetto stesso di onniscienza è logicamente inconsistente e, come conseguenza, ipotizzare che esista un’entità che possieda questa qualità sia una scelta esclusivamente fideistica.
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