C










E

F
G

I
M
O


P

S
T



 
 
 

La catena degli ossiciniLa catena degli ossicini ha lo scopo di trasferire la vibrazione della membrana timpanica alla finestra ovale determinando al tempo stesso quel processo di amplificazione della vibrazione timpanica cui si è sopra accennato.

Schema leva ossicini
Il martello è, con un’estremità, a diretto contatto con il timpano; esso è poi “incernierato” all’altra estremità all’incudine, la quale, a sua volta, spinge la staffa contro la membrana della finestra ovale. È bene precisare che il processo di amplificazione non è ottenuto con il principio della leva dato che il “braccio” delle forze agenti sul martello e sull’incudine è all’incirca lo stesso; il sistema degli ossicini trasferisce praticamente inalterata (il guadagno è circa di un fattore 1.3) la forza che il timpano esercita sul martello, alla finestra ovale.
Il processo di amplificazione viene invece ottenuto applicando tale forza sulla finestra ovale la cui area è circa di un fattore 17 inferiore all’area efficace (cioè che entra realmente in vibrazione) del timpano. Infatti l'area della finestra ovale è circa 3.2 mm2, mentre l'area del timpano è circa 55 mm2.
La pressione (rapporto tra la forza normale alla superficie e la superficie stessa) è aumentata quindi circa di un fattore 22 (1.3 per gli effetti di leva meccanica e 17 per gli effetti di diminuzione dell’area).

Il processo di amplificazione della pressione (e non della forza) è utile in quanto la pressione esercitata sulla finestra ovale si trasferisce al liquido contenuto nella coclea. A causa della loro sostanziale incomprimibilità i liquidi sono in grado, secondo il principio di Pascal, di trasferire efficacemente la pressione esercitata su di una loro parte, all’intero liquido; per capire quanto è efficace la soluzione che la natura ha sviluppato per trasferire l’energia dell’onda sonora al liquido cocleare, si pensi che se fosse direttamente l’aria a mettere in moto il liquido a causa del pessimo adattamento di impedenza tra i due mezzi, (l’aria ha un impedenza acustica di 41,5 ohm acustici, il fluido cocleare di 143000) solo 1/1000 dell’energia dell’onda sonora verrebbe trasferita al liquido e il resto verrebbe riflessa impedendoci, di fatto, di sentire!

Ulteriori dettagli e approfontimenti possono essere reperiti a questo link.

 
 

Cellule Ciliate

Cellule Ciliate

Cellule cigliate esterne

Le cellule cigliate esterne percepiscono le vibrazioni della membrana basilare mediante i loro fasci di stereociglia. Le stereociglia si trovano immerse nell'endolinfa, un fluido che possiede un potenziale elettrico di +80 mV rispetto a quello della perilinfa che circonda la parte inferiore della cellula.

Sempre rispetto a questo, l'interno delle cellule possiede invece un potenziale negativo di -70 mV, mantenuto dalle potenti batterie a sodio e potassio delle membrane cellulari. Pertanto, attraverso le stereociglia si forma una differenza di potenziale di circa 150 mV capace di generare correnti elettriche fino a 8 nA.

Quando le stereociglia più alte si inclinano leggermente per effetto delle oscillazioni della membrana tectoria, il fascio stereocigliare si apre a ventaglio, mettendo in tensione filamenti proteici che fanno aprire i canali stereocigliari (piccole valvole poste sulle sommità delle stereociglia).

L'apertura di questi canali determina l'ingresso di correnti elettriche sufficienti a depolarizzare la cellula di alcuni millivolt, causando la contrazione della cellula.

Cellule cigliate interne

Le cellule cigliate interne sono localizzate nell'organo di Corti verso l'interno rispetto all'asse della chiocciola, queste cellule (non contrattili) sono i sensori che trasmettono i segnali al nervo acustico.

Come nel caso delle cellule cigliate esterne, l'apertura dei canali stereocigliari determina l'ingresso di una corrente elettrica che fa cadere il potenziale intracellulare. Le stereociglia più alte delle cellule cigliate interne, a differenza da quelle esterne, non sono fissate alla membrana tectoria e pertanto la loro deflessione non è proporzionale allo spostamento relativo della membrana. Esse subiscono invece l'azione viscosa del fluido messo in moto dalle oscillazioni della membrana tectoria. In questo modo la forza agente sulle stereociglia risulta proporzionale alla velocità della membrana. Questo serve a equalizzare la risposta elettrica ai segnali di alta frequenza compensando la caduta di potenziale elettrico causata dalla capacità parassita della membrana cellulare.

In condizioni di risonanza la membrana tettoriale attiva le cellule motrici con un ritardo di un quarto del periodo rispetto all'oscillazione della membrana basilare. In questo modo, le forze applicate dalle cellule motrici alla membrana basilare si comportano come le spinte che bisogna imprimere ad un'altalena per aumentarne il movimento. Anche le oscillazioni delle cellule ciliate interne seguono quelle della membrana tettoriale col ritardo di un quarto di periodo.

Da questo si deduce come le cellule cigliate siano il vero e proprio trasduttore meccanico elettrico e gli impulsi elettrici da essi generati sono inviati, attraverso i neuroni, al sistema nervoso centrale.


Ulteriori dettagli possono essere reperiti a questo link.

La parola  chiralità, deriva dal greco χειρ (kheir) che significa "mano".

Essa si riferisce a molecole in cui gli atomi, o gruppi di atomi, che le costituiscono, possono essere disposti nello spazio in maniera asimmetrica. Esistono quindi coppie di molecole che impiegano gli stessi atomi ma disposti nello spazio in modo speculare. Esattamente come le due mani che non possono essere sovrapposte identicamente l'una all'altra ma possono "guardarsi allo specchio". Due molecole siffatte sono dette enantiomeri.

L'enantiomeria è un caso particolare in cui le configurazioni sono due e sono una speculare all'altra. Facendo un siscorso più generale, ci possono essere delle molecole in cui gli atomi sono legati fra loro nello stesso modo, ma con orientamenti diversi e non sempre questi orientamenti sono tali da produrre delle copie speculari.
Queste molecole sono definite stereoisomeri e le copie non sovrapponibili sono dette epimeri.

Da un punto di vista fisico, gli stereoisomeri di una molecola hanno tutti le stesse proprietà, per esempio il colore, il punto di fusione, ecc. e chimicamente reagiscono tutte nello stesso modo con molecole non chirali.
Quello che invece cambia è il modo con cui reagiscono con altre molecole chirali.  Siccome fra quelle organiche, di molecole chirali ce ne sono in abbondanza, il fatto che un composto sia un epimero piuttosto che un altro fa una differenza notevole. Per esempio fra gli zuccheri, quelli importanti biologicamente sono prevalentemente quelli della serie D caratterizzati da uno specifico orientamento di uno dei gruppi H-C-OH.

Lo studioso che ha dato un contributo fondamentale in questo ambito della chimica è Emil Fischer.
Nei suoi studi sulla stereoisomeria, Fischer definì quella che poi è stata chiamata proiezione di Fischer.
Si tratta di un insieme di convenzioni per rappresentare nel piano le posizioni degli atomi nello spazio.
Nell'immagine che segue si può vedere una molecola semplificata in cui si evidenzia un centro chirale, attraverso cui si fa passare il piano di proiezione, e 4 gruppi funzionali A, B, X, e Y che sono legati al centro chirale.
Nel processo di proiezione i quattro gruppi vengono a formare una croce in cui i segmenti A e B, oltre ad essere a destra e sinistra del centro, sono anche SOPRA il piano di proiezione, mentre gli altri due sono SOTTO.

proiezione

In questa rappresentazione, scambiare AB con XY significa far scavalcare tridimensionalmente il piano di proiezione, cioè si trasforma un enantiomero nell'altro.

Fischer applicò questa tecnica alla rappresentazione della gliceraldeide portando alla definizione della  D-gliceraldeide  e L-gliceraldeide.

gliceraldeide

Come abbiamo detto, gli zuccheri rilevanti da un punto di vista biologico sono quelli della serie "D", ma anche gli amminoacidi hanno caratteristiche stereoisomeriche e anche in questo caso, neglio organismi viventi, solo una famiglia, denominata "L" viene effettivamente utilizzata nelle cellule.

 
 

Estratto dal
PREAMBLE - WORLD HEALTH ORGANIZATION INTERNATIONAL AGENCY FOR RESEARCH ON CANCER

  • Group 1: The agent is carcinogenic to humans.
    This category is used when there is sufficient evidence of carcinogenicity in humans. Exceptionally, an agent may be placed in this category when evidence of carcinogenicity in humans is less than sufficient but there is sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals and strong evidence in exposed humans that the agent acts through a relevant mechanism of carcinogenicity.
  • Group 2.
    This category includes agents for which, at one extreme, the degree of evidence of carcinogenicity in humans is almost sufficient, as well as those for which, at the other extreme, there are no human data but for which there is evidence of carcinogenicity in experimental animals. Agents are assigned to either Group 2A (probably carcinogenic to humans) or Group 2B (possibly carcinogenic to humans) on the basis of epidemiological and experimental evidence of carcinogenicity and mechanistic and other relevant data. The terms probably carcinogenic and possibly carcinogenic have no quantitative significance and are used simply as descriptors of different levels of evidence of human carcinogenicity, with probably carcinogenic signifying a higher level of evidence than possibly carcinogenic.
    • Group 2A: The agent is probably carcinogenic to humans.
      This category is used when there is limited evidence of carcinogenicity in humans and sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals. In some cases, an agent may be classified in this category when there is inadequate evidence of carcinogenicity in humans and sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals and strong evidence that the carcinogenesis is mediated by a mechanism that also operates in humans. Exceptionally, an agent may be classified in this category solely on the basis of limited evidence of carcinogenicity in humans. An agent may be assigned to this category if it clearly belongs, based on mechanistic considerations, to a class of agents for which one or more members have been classified in Group 1 or Group 2A.
    • Group 2B: The agent is possibly carcinogenic to humans.
      This category is used for agents for which there is limited evidence of carcinogenicity in humans and less than sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals. It may also be used when there is inadequate evidence of carcinogenicity in humans but there is sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals. In some instances, an agent for which there is inadequate evidence of carcinogenicity in humans and less than sufficient evidence of carcinogenicity in experimental animals together with supporting evidence from mechanistic and other relevant data may be placed in this group. An agent may be classified in this category solely on the basis of strong evidence from mechanistic and other relevant data.
  • Group 3: The agent is not classifiable as to its carcinogenicity to humans.
    This category is used most commonly for agents for which the evidence of carcinogenicity is inadequate in humans and inadequate or limited in experimental animals.
    Exceptionally, agents for which the evidence of carcinogenicity is inadequate in humans but sufficient in experimental animals may be placed in this category when there is strong evidence that the mechanism of carcinogenicity in experimental animals does not operate in humans.
    Agents that do not fall into any other group are also placed in this category.
    An evaluation in Group 3 is not a determination of non-carcinogenicity or overall safety. It often means that further research is needed, especially when exposures are widespread or the cancer data are consistent with differing interpretations.
  • Group 4: The agent is probably not carcinogenic to humans.
    This category is used for agents for which there is evidence suggesting lack of carcinogenicity in humans and in experimental animals. In some instances, agents for which there is inadequate evidence of carcinogenicity in humans but evidence suggesting lack of carcinogenicity in experimental animals, consistently and strongly supported by a broad range of mechanistic and other relevant data, may be classified in this group.

La codifica 128 non è univoca, ma, in alcuni casi, gli stessi dati possono essere rappresentati utilizzando differenti tabelle e differenti combinazioni di caratteri di start.
Quello che segue è l'algoritmo che permette di decidere quale codifica utilizzare per minimizzare la lunghezza del codice

  1. - Determinazione del carattere di Start:
    • 1a - se i dati cominciano con 4 o piu' cifre, usare il carattere di Start C;
    • 1b - altrimenti se nei dati compare un carattere di controllo prima di qualsiasi carattere alfabetico minuscolo, usare il carattere si Start A;
    • 1c - altrimenti, usare il carattere di Start B.
  2. - Se e' verificata la condizione 1a con un numero dispari di cifre, inserire un carattere Code A o Code B prima dell'ultima cifra, seguendo le regole 1b e 1c per scegliere tra Code A e Code b.
  3. - Se si presentano 4 o piu' cifre numeriche mentre si e' in Code A o in Code B:
    • 3a - se le cifre sono in numero pari, inserire un carattere Code C prima della prima cifra;
    • 3b - vicersa, se le cifre sono in numero dispari, insrire in carattere Code C dopo la prima cifra.
  4. - Se si presenta un carattere di controllo mentre si e' Code B:
    • 4a - se tra il carattere di controllo in questione e il successivo c'e' un carattere alfabetico minuscolo, inserire un carattere di shift prima del carattere di controllo;
    • 4b - viceversa, inserire un carattere Code A prima del carattere di controllo.
  5. - Se compare un carattere alfabetico minuscolo mentre si e' in Code A:
    • 5a - se tra il carattere alfabetico minuscolo in questione ed il successivo c'e' un carattere di controllo, inserire un carattere di shift prima del carattere alfabetico minuscolo;
    • 5b - altrimenti, inserire un carattere Code B prima del carattere alfabetico minuscolo.
  6. - Se si ha un carattere non numerico mentre si e' in Code C, inserire un carattere Code A o Code B prima del carattere in questione, seguendo le regole 1b e 1c per scegliere tra Code A e Code B.

Tabella completa Codice 128

 

Valore Code A Code B Code C B1 S1 B2 S2 B3 S3
0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

69

70

71

72

73

74

75

76

77

78

79

80

81

82

83

84

85

86

87

88

89

90

91

92

93

94

95

96

97

98

99

100

101

102
SP

!

"

#

$

%

&

'

(

)

*

+

,

-

.

/

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

:

;

°

=

>

?

@

A

B

C

D

E

F

G

H

I

J

K

L

M

N

O

P

Q

R

S

T

U

V

W

X

Y

Z

[

\

]

^

_

NUL

SOH

STX

ETX

EOT

ENQ

ACK

BEL

BS

HT

LF

VT

FF

CR

SO

SI

DLE

DC1

DC2

DC3

DC4

NAK

SYN

ETB

CAN

EM

SUB

ESC

FS

GS

RS

US

FNC 3

FNC 2

SHIFT

Code C

Code B

FNC 4

FNC 1
SP

!

"

#

$

%

&

'

(

)

*

+

,

-

.

/

0

1

2

3

4

5

6

7

8

9

:

;

°

=

>

?

@

A

B

C

D

E

F

G

H

I

J

K

L

M

N

O

P

Q

R

S

T

U

V

W

X

Y

Z

[

\

]

^

_

'

a

b

c

d

e

f

g

h

i

j

k

l

m

n

o

p

q

r

s

t

u

v

w

x

y

z

{

|

}

~

DEL

FNC 3

FNC 2

SHIFT

Code C

FNC 4

Code A

FNC 1
00

01

02

03

04

05

06

07

08

09

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

25

26

27

28

29

30

31

32

33

34

35

36

37

38

39

40

41

42

43

44

45

46

47

48

49

50

51

52

53

54

55

56

57

58

59

60

61

62

63

64

65

66

67

68

69

70

71

72

73

74

75

76

77

78

79

80

81

82

83

84

85

86

87

88

89

90

91

92

93

94

95

96

97

98

99

Code B

Code A

FNC 1
2

2

2

1

1

1

1

1

1

2

2

2

1

1

1

1

1

1

2

2

2

2

2

3

3

3

3

3

3

3

2

2

2

1

1

1

1

1

1

2

2

2

1

1

1

1

1

1

3

2

2

2

2

2

3

3

3

3

3

3

3

2

4

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

2

2

4

2

1

1

1

1

1

1

1

4

4

4

2

2

4

1

1

1

1

1

4

4

1

1

3

4
1

2

2

2

2

3

2

2

3

2

2

3

1

2

2

1

2

2

2

2

2

1

2

1

1

2

2

1

2

2

1

1

3

1

3

3

1

3

3

1

3

3

1

1

3

1

1

3

1

1

3

1

1

1

1

1

3

1

1

3

1

2

3

1

1

2

2

4

4

1

1

2

2

4

4

4

2

1

4

3

1

2

2

1

2

2

1

2

2

1

1

1

1

1

3

1

1

1

1

1

1

1

1
2

2

2

1

1

1

2

2

2

1

1

1

2

2

2

3

3

3

3

1

1

3

3

2

1

1

1

2

2

2

2

2

2

1

1

1

2

2

2

1

1

1

2

2

2

3

3

3

3

1

1

3

3

3

1

1

1

2

2

2

4

1

1

1

1

1

1

1

1

2

2

2

2

2

2

1

1

3

1

4

1

1

1

4

4

4

1

1

1

2

4

2

1

1

1

4

4

1

1

3

4

1

1
2

1

2

2

3

2

2

3

2

2

3

2

2

1

2

2

1

2

2

1

2

2

1

1

2

1

2

2

1

2

1

3

1

3

1

3

3

1

3

3

1

3

1

3

1

1

3

1

1

3

1

1

3

1

1

3

1

1

3

1

1

4

1

2

4

1

4

1

2

2

4

1

4

1

2

2

1

1

1

1

2

1

2

2

1

2

2

1

2

1

1

1

1

3

1

1

3

1

3

1

1

1

1
2

2

2

2

2

2

1

1

1

1

1

1

3

3

3

2

2

2

1

3

3

1

1

3

2

2

2

1

1

1

2

2

2

2

2

2

1

1

1

1

1

1

3

3

3

2

2

2

2

3

3

1

1

3

2

2

2

1

1

1

1

1

1

2

2

2

2

2

2

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

1

4

4

4

1

1

1

1

1

1

4

2

2

4

4

4

1

1

1

1

4

3

4

3
2

2

1

3

2

2

3

2

2

3

2

2

2

2

1

2

2

1

1

2

1

2

2

1

2

2

1

2

2

1

3

1

1

3

3

1

3

3

1

3

3

1

3

1

1

3

1

1

1

1

1

3

1

1

3

1

1

3

1

1

1

1

1

4

2

4

1

2

1

4

2

4

1

2

1

1

4

1

2

1

2

2

1

2

2

1

2

2

1

1

1

1

3

1

1

3

1

3

1

1

1

1

1
103
104
105
Start A

 
Start B
 
 
Start C
2
2
2
1
1
1
1
1
1
4
2
2
1
1
3
2
4
2

Valore
B1
S1
B2
S2
B3
S3
B4
Stop
2
3
3
1
1
1
2

Dove:

  • B1 - B4 = barra 1 - 4
  • S1 - S3 = spazio 1 - 3
  • 1 = elemento di spessore 1 modulo
  • 2 = elemento di spessore 2 moduli
  • 3 = elemento di spessore 3 moduli
  • 4 = elemento di spessore 4 moduli

 
 
 

caratteri-code39

Codici EAN per le prime cifre identificative del paese

 

00-13: USA & Canada 20-29: In-Store Functions 30-37: France
40-44: Germany 45: Japan (also 49) 46: Russian Federation
471: Taiwan 474: Estonia 475: Latvia
477: Lithuania 479: Sri Lanka 480: Philippines
482: Ukraine 484: Moldova 485: Armenia
486: Georgia 487: Kazakhstan 489: Hong Kong
49: Japan (JAN-13) 50: United Kingdom 520: Greece
528: Lebanon 529: Cyprus 531: Macedonia
535: Malta 539: Ireland 54: Belgium & Luxembourg
560: Portugal 569: Iceland 57: Denmark
590: Poland 594: Romania 599: Hungary
600 & 601: South Africa 609: Mauritius 611: Morocco
613: Algeria 619: Tunisia 622: Egypt
625: Jordan 626: Iran 64: Finland
690-692: China 70: Norway 729: Israel
73: Sweden 740: Guatemala 741: El Salvador
742: Honduras 743: Nicaragua 744: Costa Rica
746: Dominican Republic 750: Mexico 759: Venezuela
76: Switzerland 770: Colombia 773: Uruguay
775: Peru 777: Bolivia 779: Argentina
780: Chile 784: Paraguay 785: Peru
786: Ecuador 789: Brazil 80 - 83: Italy
84: Spain 850: Cuba 858: Slovakia
859: Czech Republic 860: Yugloslavia 869: Turkey
87: Netherlands 880: South Korea 885: Thailand
888: Singapore 890: India 893: Vietnam
899: Indonesia 90 & 91: Austria 93: Australia
94: New Zealand 955: Malaysia 977: International Standard Serial Number for Periodicals (ISSN)
978: International Standard Book Numbering (ISBN) 979: International Standard Music Number (ISMN) 980: Refund receipts
981 & 982: Common Currency Coupons 99: Coupons
Dec. Binary EFM
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
87
88
89
90
91
92
93
94
95
96
97
98
99
100
101
102
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
116
117
118
119
120
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
133
134
135
136
137
138
139
140
141
142
143
144
145
146
147
148
149
150
151
152
153
154
155
156
157
158
159
160
161
162
163
164
165
166
167
168
169
170
171
172
173
174
175
176
177
178
179
180
181
182
183
184
185
186
187
188
189
190
191
192
193
194
195
196
197
198
199
200
201
202
203
204
205
206
207
208
209
210
211
212
213
214
215
216
217
218
219
220
221
222
223
224
225
226
227
228
229
230
231
232
233
234
235
236
237
238
239
240
241
242
243
244
245
246
247
248
249
250
251
252
253
254
255
00000000
00000001
00000010
00000011
00000100
00000101
00000110
00000111
00001000
00001001
00001010
00001011
00001100
00001101
00001110
00001111
00010000
00010001
00010010
00010011
00010100
00010101
00010110
00010111
00011000
00011001
00011010
00011011
00011100
00011101
00011110
00011111
00100000
00100001
00100010
00100011
00100100
00100101
00100110
00100111
00101000
00101001
00101010
00101011
00101100
00101101
00101110
00101111
00110000
00110001
00110010
00110011
00110100
00110101
00110110
00110111
00111000
00111001
00111010
00111011
00111100
00111101
00111110
00111111
01000000
01000001
01000010
01000011
01000100
01000101
01000110
01000111
01001000
01001001
01001010
01001011
01001100
01001101
01001110
01001111
01010000
01010001
01010010
01010011
01010100
01010101
01010110
01010111
01011000
01011001
01011010
01011011
01011100
01011101
01011110
01011111
01100000
01100001
01100010
01100011
01100100
01100101
01100110
01100111
01101000
01101001
01101010
01101011
01101100
01101101
01101110
01101111
01110000
01110001
01110010
01110011
01110100
01110101
01110110
01110111
01111000
01111001
01111010
01111011
01111100
01111101
01111110
01111111
10000000
10000001
10000010
10000011
10000100
10000101
10000110
10000111
10001000
10001001
10001010
10001011
10001100
10001101
10001110
10001111
10010000
10010001
10010010
10010011
10010100
10010101
10010110
10010111
10011000
10011001
10011010
10011011
10011100
10011101
10011110
10011111
10100000
10100001
10100010
10100011
10100100
10100101
10100110
10100111
10101000
10101001
10101010
10101011
10101100
10101101
10101110
10101111
10110000
10110001
10110010
10110011
10110100
10110101
10110110
10110111
10111000
10111001
10111010
10111011
10111100
10111101
10111110
10111111
11000000
11000001
11000010
11000011
11000100
11000101
11000110
11000111
11001000
11001001
11001010
11001011
11001100
11001101
11001110
11001111
11010000
11010001
11010010
11010011
11010100
11010101
11010110
11010111
11011000
11011001
11011010
11011011
11011100
11011101
11011110
11011111
11100000
11100001
11100010
11100011
11100100
11100101
11100110
11100111
11101000
11101001
11101010
11101011
11101100
11101101
11101110
11101111
11110000
11110001
11110010
11110011
11110100
11110101
11110110
11110111
11111000
11111001
11111010
11111011
11111100
11111101
11111110
11111111
01001000100000
10000100000000
10010000100000
10001000100000
01000100000000
00000100010000
00010000100000
00100100000000
01001001000000
10000001000000
10010001000000
10001001000000
01000001000000
00000001000000
00010001000000
00100001000000
10000000100000
10000010000000
10010010000000
00100000100000
01000010000000
00000010000000
00010010000000
00100010000000
01001000010000
10000000010000
10010000010000
10001000010000
01000000010000
00001000010000
00010000010000
00100000010000
00000000100000
10000100001000
00001000100000
00100100100000
01000100001000
00000100001000
01000000100000
00100100001000
01001001001000
10000001001000
10010001001000
10001001001000
01000001001000
00000001001000
00010001001000
00100001001000
00000100000000
10000010001000
10010010001000
10000100010000
01000010001000
00000010001000
00010010001000
00100010001000
01001000001000
10000000001000
10010000001000
10001000001000
01000000001000
00001000001000
00010000001000
00100000001000
01001000100100
10000100100100
10010000100100
10001000100100
01000100100100
00000000100100
00010000100100
00100100100100
01001001000100
10000001000100
10010001000100
10001001000100
01000001000100
00000001000100
00010001000100
00100001000100
10000000100100
10000010000100
10010010000100
00100000100100
01000010000100
00000010000100
00010010000100
00100010000100
01001000000100
10000000000100
10010000000100
10001000000100
01000000000100
00001000000100
00010000000100
00100000000100
01001000100010
10000100100010
10010000100010
10001000100010
01000100100010
00000000100010
01000000100100
00100100100010
01001001000010
10000001000010
10010001000010
10001001000010
01000001000010
00000001000010
00010001000010
00100001000010
10000000100010
10000010000010
10010010000010
00100000100010
01000010000010
00000010000010
00010010000010
00100010000010
01001000000010
00001001001000
10010000000010
10001000000010
01000000000010
00001000000010
00010000000010
00100000000010
01001000100001
10000100100001
10010000100001
10001000100001
01000100100001
00000000100001
00010000100001
00100100100001
01001001000001
10000001000001
10010001000001
10001001000001
01000001000001
00000001000001
00010001000001
00100001000001
10000000100001
10000010000001
10010010000001
00100000100001
01000010000001
00000010000001
00010010000001
00100010000001
01001000000001
10000010010000
10010000000001
10001000000001
01000010010000
00001000000001
00010000000001
00100010010000
00001000100001
10000100001001
01000100010000
00000100100001
01000100001001
00000100001001
01000000100001
00100100001001
01001001001001
10000001001001
10010001001001
10001001001001
01000001001001
00000001001001
00010001001001
00100001001001
00000100100000
10000010001001
10010010001001
00100100010000
01000010001001
00000010001001
00010010001001
00100010001001
01001000001001
10000000001001
10010000001001
10001000001001
01000000001001
00001000001001
00010000001001
00100000001001
01000100100000
10000100010001
10010010010000
00001000100100
01000100010001
00000100010001
00010010010000
00100100010001
00001001000001
10000100000001
00001001000100
00001001000000
01000100000001
00000100000001
00000010010000
00100100000001
00000100100100
10000010010001
10010010010001
10000100100000
01000010010001
00000010010001
00010010010001
00100010010001
01001000010001
10000000010001
10010000010001
10001000010001
01000000010001
00001000010001
00010000010001
00100000010001
01000100000010
00000100000010
10000100010010
00100100000010
01000100010010
00000100010010
01000000100010
00100100010010
10000100000010
10000100000100
00001001001001
00001001000010
01000100000100
00000100000100
00010000100010
00100100000100
00000100100010
10000010010010
10010010010010
00001000100010
01000010010010
00000010010010
00010010010010
00100010010010
01001000010010
10000000010010
10010000010010
10001000010010
01000000010010
00001000010010
00010000010010
00100000010010

 

Il sistema acustico utilizza un secondo sistema per codificare le varie frequenze oltre alla codifica tonotopica della coclea.
Fino a frequenze nell'ordine dei 3kHz la coclea può utilizzare direttamente un sistema di aggancio di fase in cui un singolo neurone può scaricare in un determinato punto dell'onda sonora ad una certa frequenza. I pattern di scarica determinano quindi un codice temporale.
Aggancio di fase
Per frequenze più alte, fino a 5kHz, è stato proposto il principio di scarica tramite il quale è necessaria la collaborazione di più neuroni per ricostruire il pattern.
Principio di Scarica
Oltre i 5kHz la velocità di scarica dei neuroni è comunque troppo lenta, quindi per i suoni più acuti il cervello si deve basare solo su informazioni derivanti dalla zona di membrana oggetto dell'eccitazione.

I conettivi logici sono utilizzati sia nell'ambito del linguaggio naturale che nell'ambito della logica formale per creare dei collegamenti fra proposizioni al fine di ottenere una proposizione risultante il cui valore di verità sia opportunamente ricavato dalle proposizioni originali.
Normalmente si utilizzano le lettere A, B e C per indicare le due proposizioni di partenza e la terza proposizione risultante e le lettere V e F per indicare il valore di verità delle stesse.
Siccome le operazioni logiche possono essere facilmente implementate all'interno dei dispositivi elettronici, sia come veri e propri circuiti hardware, sia come operazioni svolte dal software, è frequente utilizzare i simboli 0 e 1 per identificare i livelli di verità.

I connettivi logici si dividono in binari, se accettano come argomento due proposizioni, e unari se ne accettano solo una.

Normalmente la definizione dei connettivi logici avviene attraverso le cosiddette tabelle di verità. Cioè delle tabelle che riportano il valore di verità della proposizione risultante C per ogni combinazione di valori che possono assumere le due proposizioni A e B in ingresso.

Elenchiamo di seguito i principali connettivi logici.

Congiunzione logica

La congiunzione logica può essere indicata come, a seconda dei contesti:
e nel linguaggio comune, et (dal latino) nella logica fromale, AND in logica booleana, con il simbolo
La congiunzione logica assume valore vero quando entrambe le proposizioni in ingresso hanno valore vero.

A B C=A AND B
0 0 0
0 1 0
1 0 0
1 1 1

Disgiunzione Inclusiva

La disgiunzione inclusiva può essere indicata come, a seconda dei contesti:
o nel linguaggio comune, vel (dal latino) nella logica formale, OR in logica booleana, con il simbolo
La disgiunzione inclusiva ha valore vero quando almeno una delle proposizioni in ingresso ha valore vero

A B C=A OR B
0 0 0
0 1 1
1 0 1
1 1 1

Disgiunzione Esclusiva

La disgiunzione esclusiva può essere indicata come, a seconda dei contesti:
o nel linguaggio comune, aut (dal latino) nella logica formale, XOR oppure EXOR in logica booleana, indicata dal simbolo ⊕
La disgiunzione esclusiva ha valore vero quando solo una delle proposizione in ingresso ha valore vero

A B C=A XOR B
0 0 0
0 1 1
1 0 1
1 1 0

Negazione

La negazione logica è un operatore unario che inverte il valore di verità della proposizione cui è applicato
Spesso si annovera inoltre fra i connettivi logici la negazione logica "non", indicata con il simbolo la quale agisce però su un'unica proposizione. Essa si indica con:
non nel linguaggio comune, NOT in logica booleana, con il simbolo ¬

A C=NOT A
0 1
1 0

 
 

Gli elettroliti sono degli ioni disciolti nel sangue.
Si tratta cioè di sostanze dotate di carica delle quali deve esserci una concentrazione costante affinchè il bilancio idrico e la pressione osmotica restino nella norma ed affinchè determinati enzimi possano funzionare regolarmente.

Essi i principali sono:

  • Calcio - Ca++: importante per la formazione di denti e ossa; aiuta la coagulazione, il movimento muscolare, le difese immunitarie e contribuisce alla conduzione del sistema nervoso.
  • Potassio - K+: aiuta a mantenere l'equilibrio acido-base nelle cellule e la ritenzione idrica; serve all'attività muscolare, alla trasmissione nervosa e al funzionamento di determinati enzimi.
  • Sodio - Na+: aiuta a mantenere l'equilibrio idrico all'interno delle cellule, oltre che contribuire al movimento muscolare e alla trasmissione nervosa. Viene assimilato tramite carne e sale.
  • Cloro - Cl-: aiuta a mantenere l'equilibrio idrico nelle cellule.

La parola eterotrofia deriva dai due termini greci ἕτερος (éteros - diverso) e τροφή (trofé - nutrimento) e descrive la condizione in cui si trovano gli organismi viventi che non sono in grado di sintetizzare il proprio nutrimento autonomamente a partire da sostanze inorganiche.

Questi organismi hanno bisogno di attingere nell'ambiente i vari composti organici pre-sintetizzati da altri organismi, che sono invece detti autotrofi (ad es. tutte le piante che posseggono clorofilla).

Sono eterotrofi tutti gli animali (pluricellulari eterotrofi), i protozoi, i funghi e quasi tutti i batteri.

Grafico funzione iniettivaUna funzione si dice iniettiva se elementi distinti del dominio hanno un'immagine distinta, o equivalentemente se ogni elemento del codominio corrisponde al più ad un elemento del dominio.

Formalmente:
è iniettiva se

o equivalentemente:
è iniettiva se

La gliceraldeide è un carboidrato aldo-trioso, ovvero costituito da tre atomi di carbonio e contenente un gruppo aldeidico (CHO).

Il nome deriva dal fatto che la molecola della gliceraldeide è simile a quella del glicerolo la cui formula è

CH2OH-CHOH-CH2OH (glicerolo)

 in cui uno dei due gruppi CH2OH è stato sostituito da un gruppo CHO ottenendo

CH2OH-CHOH-CHO  (gliceraldeide)

Una caratteristica importante della gliceraldeide è la sua chiralità, cioè il fatto che la sua molecola possa esistere in due configurazioni spaziali speculari.

L'asimmetria spaziale si trasforma nella proprietà di polarizzare la luce che la attraversa in un senso piuttosto che nell'altro, cioè verso destra o verso sinistra.

Per questo motivo le due configurazioni sono denominate D e L e sono convenzionalmente rappresentate come in figura.

gliceraldeide

La D-gliceraldeide è presa a modello per la nomenclatura dei carboidrati.

Sono detti carboidrati della serie D quelli la cui disposizione dei sostituenti attorno al penultimo atomo di carbonio è simile a quella della D-glicerladeide. Quelli a configurazione speculare nell'ultimo carbonio chirale sono invece carboidrati della serie L.

Questa classificazione e nomenclatura si deve al lavoro del chimico tedesco premio nobel per la chimica nel 1902 Hermann Emil Fischer proprio per i suoi studi sulla chimica degli zuccheri.

Fischer poteva constatare gli effetti della chiralità delle molecole degli zuccheri sulla polarizzazione della luce, quindi aveva ben chiaro che la disposizione spaziale degli atomi nelle varie molecole doveva essere diversa ma con gli strumenti a sua disposizione, non era in grado di distinguere fra zuccheri enantiomerici.

Egli introdusse allora la convenzione secondo cui gli stereoisomeri (+) e (-) della gliceraldeide venivano designati rispettivamente come:

  •  D-gliceraldeide -> lo stereoisomero con l’ossidrile sul C2 a destra
  •  L-gliceraldeide  -> lo stereoisomero con l’ossidrile sul C2 a sinistra

ben sapendo che c’era soltanto il 50% delle possibilità che questa assegnazione fosse corretta.

Fischer assunse quindi che la configurazione di queste molecole fosse quella riportata in figura.

Più tardi, nel 1954, con l’avvento della diffrazione ai raggi X, Bijvoet determinò la struttura dell’acido D-tartarico determinandone così la configurazione assoluta e constatando che l’assegnazione di Fischer (ossidrile a destra nella (+)-gliceraldeide) era corretta.

 

Il termine deriva dalla fusione di due parole del greco antico,  γλυκύς  (glykýs - dolce) e λύσις  (lýsis - scissione).

Si tratta infatti di un processo metabolico mediante il quale una molecola di glucosio viene scissa in due molecole di piruvato al fine di generare molecole a più alta energia, come 2 molecole di ATP e 2 molecole di NADH per ogni molecola di glucosio utilizzata.

La glicolisi avviene nel citoplasma cellulare ed è il mezzo per ottenere energia più sfruttato in natura, soprattutto grazie alla sua anaerobioticità. Probabilmente esso si sviluppò con i primi procarioti circa 3,5 miliardi di anni fa.

Il processo completo consta di dieci fasi, ciascuna associata ad un particolare enzima. In una prima fase del processo, composta da cinque passaggi, viene consumata energia per ottenere dal glucosio molecole di un derivato del glucosio a più alta energia (gliceraldeide-3-fosfato).

La gliceraldeide-3-fosfato viene poi trasformata nella fase successiva, composta di altri cinque passaggi, in molecole nettamente meno energetiche di piruvato, con produzione di energia superiore a quella consumata nella prima fase. Il processo nel suo insieme è quindi di tipo catabolico, cioè in cui molecole più complesse ed energetiche vengono trasformate in altre più semplici e meno energetiche, con accumulo di energia.

La reazione finale della glicolisi è quindi:

glucosio + 2 NAD+ + 2 ADP + 2 Pi → 2 NADH + 2 piruvato + 2 ATP + 2 H2O + 2 H+

La produzione finale del piruvato è necessaria per il ciclo di Krebs che, in accoppiata alla fosforilazione ossidativa, grazie al consumo di ossigeno si produrranno altre molecole di ATP.

Come si può vedere dalla reazione totale riportata sopra, la glicolisi ha bisogno di 2 molecole di NAD+ e produce 2 molecole di  NADH. E' necessario quindi che vi sia un meccanismo metabolico che permetta al NADH di ritrasformarsi in NAD+ per ricominciare il ciclo. Negli organismi che sono in grado di effettuare un metabolismo  aerobico, questo compito è devoluto al complesso della respirazione cellulare. Mentre negli organismi anaerobici, vi sono sostanzialmente due strade:

piruvato + NADH + H+ → lattato + NAD+ (fermentazione lattica)
piruvato + NADH + H+ → etanolo + CO2 + NAD+ (fermentazione alcolica)

Le varie fasi della glicolisi sono descritte in moltissimi siti su internet, uno fra tutti Wikipedia, cui si rimanda per avere ulteriori dettagli.
 
 

Nella foto che segue possiamo vedere tre macro-classi in cui si possono dividere i colori dell'iride nel genere umano: blu, verde/nocciola e marrone; a sinistra vediamo il caso senza anello peripupillare e a destra con anello peripupillare.

variazione_colore_dettaglio

Nell'iride possono trovarsi anche delle irregolarità, difetti e disuniformità del colore legate a vari fattori.
Nell'esempio mostrato sotto sono evidenziate: 1. Cripte di Fuchs, cioè sone di moderata atrofia dello stroma; 2. Nevi, cioè punti di accumulo della melanina; 3. Noduli di Wolfflin, punti di accumulo di fibrille di collagene; 4. Pliche circolari, sottili solchi concentrici alla pupilla, i quali corrispondono a variazioni di spessore dell'epitelio pigmentato.

difetti_1

Infine, nell'immagine seguente sono messe a confronto due formazioni dovute ad accumuli puntiformi di tessuto connettivo: 1. Macchie di Brushfield, presenti nei bambini affetti da sindrome di Down i quali hanno il 35% di svilupparle; 2. Noduli di Wolfflin, osservati in soggetti normali.

difetti_2

 
 

La maggioranza in una votazione si distingue in:

  • Assoluta: 50% + 1 degli aventi diritto
  • Qualificata: 66,7% degli aventi diritto
  • Relativa: maggior numero di voti
  • Semplice: 50% + 1 dei votanti

L’orecchio esterno è costituito dal padiglione auricolare e dal condotto uditivo esterno, un sottile “tubo” che termina in una membrana detta timpano.

Le funzioni del padiglione auricolare sono di raccogliere una porzione significativa delle onde acustiche (proporzionale all’area del padiglione) e di convogliarle, tramite il condotto uditivo, alla membrana timpanica; determinare la localizzazione della sorgente sonora (operazione che non potrebbe essere effettuata con uguale precisione se avessimo un solo orecchio anziché due); di protezione della membrana timpanica da lesioni meccaniche; di mantenere di tale delicata membrana a condizioni di temperatura, umidità e lubrificazione costanti, in modo da preservarne le caratteristiche elastiche.

Il padiglione auricolare e le sue parti

Grazie alla sofisticata conformazione delle pieghe del padiglione auricolare, il nostro cervello è in grado di misurare le differenze di fase fra i segnali che giungono alle due orecchie. Questa informazione, insieme alla differente intensità percepita, viene utilizzata per determinare la localizzazione spaziale della sorgente, sia nella direzione destra-sinistra, che alto-basso, come schematizzato nelle immagini seguenti.


ITD - Inter-aural time difference
  IID - Inter-aural intensity difference

Ulteriori dettagli e approfontimenti possono essere reperiti a questo link. e a questo link da cui sono tratte anche le immagini.

Il condotto uditivo esterno ha mediamente un diametro di 7.5 mm e una lunghezza di 22-25 mm e non sembra avere altra funzione se non quella di convogliare l’onda sonora verso la membrana timpanica. In realtà la lunghezza di tale condotto gioca un ruolo decisivo nel determinare l'intervallo di frequenze di massima sensibilità uditiva.

Il condotto è in pratica un risuonatore che entra in risonanza a delle frequenze che sono tipiche della nostra specie, per le quali l'evoluzione ha selezionato la massima sensibilità. Si tratta infatti della porzione di spettro dove risiede la voce umana

Il condotto uditivo può essere modellato come un tubo chiuso la cui frequenza di risonanza corrispone a 4 volte la lunghezza dello stesso.

Schema delle armoniche per un tubo chiuso ad un'estremità

Con un rapido calcolo è facile mostrare che se si tratta il condotto come un tubo con una estremità aperta esso entra in risonanza alla frequenza di circa 2700 Hz

Nell'insieme si hanno gli effetti di diffrazione del padiglione auricolare e la forma tutt'altro che perfettamente cilindrica e rettilinea del condotto. Ne risulta che la regione di massima sensibilità uditiva si colloca attorno ai 3800 Hz.

L'organo del Corti, così chiamato in onore di Alfonso Corti che lo scoprì e lo studiò nel 1847, è una struttura cellulare, ancorata alla membrana basilare, formata da una lunga schiera di moduli affiancati tutti simili fra loro (la coclea umana ne contiene circa 3500).
Ogni modulo contiene due tipi di cellule: cellule sensoriali e cellule di supporto.

Organo del Corti
Le cellule sensoriali sono anch'esse di due tipi: cellule ciliate interne (IHC, inner hair cells) e cellule ciliate esterne (OHC, outer hair cells ); in ogni sezione radiale di coclea vi sono tre file di cellule ciliate esterne ed una fila di cellule ciliate interne.
Ogni cellula sensoriale è in contatto con diversi tipi di cellule di supporto: le cellule pillari interne ed esterne separano le OHC dalle IHC, le cellule di Deiters collegano le cellule ciliate esterne alla membrana basilare.

Lo studio moderno del fenomeno delle otoemissioni si deve al lavoro di  David T. Kemp del 1978, il quale ha effettuato delle registrazioni dei suoni emessi attivamente dalla coclea umana in seguito a una stimolazione sonora.

Questi suoni  si presentano con una intensità particolarmente bassa e richiedono perciò tecniche particolari per la loro evidenziazione. Nonostante alcune incertezze riguardo ai meccanismi fisiologici e al tipo di strutture cocleari coinvolte, è unanimemente accettato che le otoemissioni sono generate dalle attività contrattile delle cellule ciliate esterne e dalle caratteristiche meccano-strutturali della membrana basilare con trasformazioni di energia meccanica in energia acustica.

Le otoemissioni acustiche sono presenti sia spontaneamente (SOAE: Spontaneus Otoacustic Emissions) che in seguito a una stimolazione sonora (click o tone bursts) detto anche EOAE (Evokated Otoacustic Emissions).

Il metodo per rilevare le otoemissioni acustiche evocate, che sono le più usate nella diagnostica infantile, consiste nell’inviare degli stimoli impulsivi attraverso un’apposita sonda applicata nel condotto uditivo esterno, all’interno del quale è posto anche un microfono miniaturizzato e un tubicino di scappamento per evitare un eccessivo accoppiamento acustico tra microfono e altoparlante. Le otoemissioni così captate dal microfono vengono inviate a una apparecchiatura computerizzata per la loro analisi.

Fonte:Otoemissioni Acustiche - A.R. De Caria

Il processo Leblanc è procedimento industriale che permette di produrre il carbonato di sodio (soda) a partire da una soluzione salina di cloruro di sodio (sale marino) e carbonato di calcio (calcare) mediante l'utilizzo di acido solforico e carbone.

Esso fu brevettato nel settembre del 1790 dal medico francese Nicolas Leblanc e conobbe subito una rapida diffusione specialmente in Francia e Inghilterra.

Il processo prevede due step successivi di reazioni chimiche:

nel primo step il cloruro di sodio viene convertito in solfato di sodio

leblanc_step_1

nel secondo step, aggiungendo il carbonato di calcio e il carbone, si ottiene il carbonato di sodio.

leblanc_step_2

A livello industriale, come si può vedere dalla prima reazione, fra i prodotti troviamo il solfato di sodio che rientra nel secondo step ma anche una notevole quantità di acido cloridrico gassoso. Nei primi decenni di attività delle fabbriche Leblanc l’acido cloridrico veniva disperso direttamente nell’aria.

In alternativa, specie in Francia, gli scarichi subivano un lavaggio in giare di grès piene d’acqua collegate in serie, oppure venivano convogliati in una grande camera di piombo dove reagivano con vapori ammoniacali prodotti dalla calcinazione di scarti animali, dando luogo alla formazione di cloruro d’ammonio. Si è valutato che negli anni ’40 del XIX secolo, in Inghilterra, nell’area del Merseyside, circa 100 mila tonnellate di sale siano state convertite in alcali, dando come sottoprodotto 60 mila tonnellate di acido.

forno_sodaGli addetti alla produzione che, prima dell’introduzione dei forni meccanici (mostrati nell'immagine), mescolavano manualmente l’acido solforico con il sale in grandi vasche di ghisa, si ammalavano rapidamente.

A causa del gas il bestiame soffocava, le popolazioni circostanti soffrivano di vari disturbi, i manufatti metallici e i materiali da costruzione venivano corrosi, la vegetazione e le colture agricole deperivano, i fiumi diventavano “neri come l’inchiostro” e le piogge acide completavano
l’opera di devastazione.

Inoltre il solfuro di calcio, anch'esso nocivo, veniva accumulato senza protezione alcuna all’esterno delle fabbriche, cosicché per azione delle piogge acide produceva idrogeno solforato, tossico e maleodorante.

Nel 1863 fu promulgata la legge denominata "Alkali Act" che cercava di porre una regolamentazione allo smaltimento dell'acido cloridrico prodotto durante il processo Leblanc e in seguito l'invenzione del processo Solvay che permetteva di ottenere il carbonato di sodio senza scarti tossici determinarono l'abbandono del processo Leblanc su scala industriale.
 
 

Il processo Solvay per la produzione del carbonato di sodio deve il suo nome al chimico belga Ernest Solvay che lo brevettò nell'aprile del 1861.

Grazie al processo Solvay si può produrre a livello industriale sia il carbonato acido di sodio o idrogenocarbonato di sodio NaHCO3 (noto comunemente come bicarbonato di uso domestico) sia il carbonato di sodio Na2CO3 usato in altri procedimenti industriali come per esempio quello per la produzione del sapone.

Il processo solvay è usato ancora oggi, anche se in declino in quanto risulta più economico ricavare il carbonato di sodio sfruttando il "trona", che è un minerale (carbonato acido di sodio biidrato) estraibile dai laghi salati di tutto il mondo.

Nel processo Solvay si sfrutta la differenza di solubilità in acqua a 25°c tra NH4Cl (37,3 g/100 cc di soluzione) ed il NaHCO3 formato (10,0 g/100 cc) nella seguente reazione tra una soluzione di NaCl (cloruro di sodio) ed NH3 (ammoniaca) con CO2 fatta gorgogliare nella soluzione dove forma acido carbonico (H2CO3):

NaCl + NH3 + H2CO3 → NaHCO3 + NH4Cl

Questa reazione é di equilibrio, ma viene continuamente spostata a destra dalla precipitazione del sale che viene così separato per filtrazione.

La reazione in acqua del bicarbonato di sodio é leggermente basica per l’ idrolisi dello ione HCO3- ; una soluzione di 50 g/l, infatti, ha un pH = 8,5 a 25°c.

Una sua proprietà chimica importantissima, sfruttata nel processo Solvay, é che si decompone sopra i 50°C in carbonato di sodio (Na2CO3) e anidride carbonica (CO2):

2NaHCO3 → Na2CO3 + CO2 + H2O

Così il prossimo passo del processo Solvay consiste nel recuperare il NaHCO3 formato e scaldarlo decomponendolo a circa 70°C.

Il cloruro di ammonio NH4Cl della soluzione viene riciclato recuperando l’ NH3 utilizzando l'ossido di calcio (calce viva) secondo la seguente reazione:

CaO + H2O → Ca(OH)2

Ca(OH)2 + 2 NH4Cl → CaCl2 + 2 NH3 + 2 H2O

Siccome l'ammoniaca viene reimmessa nel ciclo, l'unico prodotto di scarto del processo è il cloruro di calcio CaCl2 che può essere commercializzato e utilizzato come anticongelante.

Il Na2CO3 è un sale alcalino e caustico. Una soluzione di 50 g/l a 25°C ha un pH di 11,5

La saponificazione è una reazione di idrolisi effettuata su un estere in ambiente basico. Infatti come mostrato sotto, viene fatta avvenire utilizzando come reagente una base forte come l'idrossido di sodio o di potassio.

Si parla di saponificazione quando l'estere di partenza ha un peso molecolare relativamente elevato, con una catena di almeno 12 atomi di carbonio.

Il nome saponificazione deriva dal fatto che questa reazione porta alla formazione del sapone di uso comune.

Gli esteri sono sostanze organiche formate da due radicali organici legati dal gruppo funzionale [-O-C=O-]. Nel caso della preparazione del comune sapone, si parte dai trigliceridi di acidi grassi presenti in grassi animali, come il sego bovino, o olii vegetali come l'olio di oliva.
La reazione che avviene in questo caso è descritta dallo schema seguente:

saponificazione

In cui vediamo a sinistra la struttura dell'estere formato dal glicerolo (detto anche glicerina) più i radicali "R" dell'acido grasso. Nel caso dell'olio di oliva questo radicale potrebbe essere quello dell'acido oleico CH3(CH2)7CH=CH(CH2)7COOH di cui l'olio di oliva è costituito per buona parte.

Il risultato della reazione è glicerolo più il sale dell'acido grasso considerato che nell'esempio, avendo usato idrossido di sodio nei reagenti (NaOH) sarà un sale di sodio.

Proseguendo la dimostrazione riportata nell'articolo a questo link, dimostriamo che l'elettore che abbiamo chiamato Mister X, oltre che essere sicuramente decisivo per una data scelta A>B, lo è per qualunque alternativa fra i candidati.

Nella prima parte della dimostrazione abbiamo visto che Mister X, che potremmo a questo punto chiamare anche "il dittatore", risulta decisivo per A su B.
Vediamo cosa succede se consideriamo l'alternativa fra A e Q, dove Q è un candidato Qualsiasi.

X P
A B
B Q
Q A

 

Già sappiamo che X è decisivo per A su B e quindi a livello globale deve essere A>B.
Per l'assioma di unanimità deve essere B>Q perchè è preferito sia da X che da P.
Per la proprietà transitiva A>B>Q implica A>Q.
Ma siccome A vince su Q nonostante P sia in disaccordo, risulta che X è decisivo nel far vincere A su Q.

Consideriamo adesso l'effetto che fa l'opinione del dittatore considerando C e un'alternativa qualsiasi che non sia A.

X P
C Q
A C
Q A

 

Abbiamo stabilito sopra che A>Q.
Per l'assioma di unanimità C>A (sono tutti d'accordo su questo, sia X che P).
Per la proprietà transitiva C>A>Q implica che C>Q.
Ancora una volta questo rispecchia il volere del dittatore e non quello di P quindi X è decisivo nel confronto fra Q e C.

Infine consideriamo il caso in cui il confronto sia fra C e A in presenza di un altro candidato Qualsiasi.

X P
C Q
Q A
A C

 

Sappiamo da sopra che C>Q.
Per l'assioma di unanimità Q>A.
Per la proprietà transitiva C>Q>A implica che C>A.
Ancora una volta C>A rispecchia la volontà del dittatore contro quella di tutti gli altri, quindi X è decisivo anche in questo caso.

 
 

Il timpano è una sottilissima membrana, tenuta in tensione dal muscolo timpanico, e capace di entrare in vibrazione, se investita dall’onda sonora proveniente dall’esterno attraverso il condotto uditivo. Grazie alle proprietà di elasticità di tale membrana, e ad un meccanismo di amplificazione costituito dalla catena degli ossicini, la sensibilità del timpano è straordinaria: è sufficiente un livello di pressione pari 0,2 miliardesimi della pressione atmosferica per attivare la sensazione sonora; a questi livelli di pressione lo spostamento della membrana timpanica è dell’ordine di 10-9 cm (un decimo circa del raggio dell’atomo di idrogeno).

Il muscolo tensore del timpano e il muscolo stapedio, che con la loro contrazione simultanea irrigidiscono la catena, costituiscono il meccanismo di regolazione del guadagno del sistema e ci permettono di percepire suoni lievi in un ambiente silenzioso e continuare a distinguere una conversazione anche in un ambiente rumoroso come potrebbe essere una discoteca.

Si deve ad Aristotele la piena comprensione dell’importanza di tre principi del nostro ragionare: il principio di identità, di non-contraddizione e del terzo escluso.

1. Il principio di identità afferma che dato A, A=A. Tale principio non è formalmente presente negli scritti aristotelici, ma da Parmenide (VI-V sec. a.C) agli stoici (III sec. a.C.) a Duns Scoto (XIII sec.) rappresenta la versione logica del fatto che, nel ragionare corretto, il significato dei termini deve mantenersi costante.

2. Il principio di non-contraddizione sostiene che, in un enunciato, non si può affermare e negare un predicato del soggetto, nello stesso tempo e nello stesso senso. Aristotele lo esprime che così: «E' impossibile che il medesimo attributo, nel medesimo tempo, appartenga e non appartenga al medesimo oggetto e nella medesima relazione» (Metafisica IV, 1005b, 19-20).

3. Il principio del terzo escluso afferma che in un sistema a due valori, Vero e Falso un enunciato è vero o è falso: una terza possibilità è esclusa. Si tratta di un principio utile per dedurre una conclusione, diciamo A, dimostrando che il suo opposto (non-A) è contraddittorio. Sono di questo tipo tutte le dimostrazioni per assurdo.