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Scienza e Tecnologia nella vita di tutti i giorni

Viaggio alla scoperta dell’intelligenza… artificiale!

Parafrasando Forrest Gump: intelligente è chi l’intelligente fa.
Sì, perché trovare una definizione unica, rigorosa, di intelligenza, che metta d’accordo tutti è tutt’altro che facile.
Anzi, più la psicologia da una parte e le scienze cognitive dall’altra hanno studiato e approfondito la conoscenza di questa ineffabile qualità, più essa si è rivelata multiforme e frammentata.
A seconda della direzione da cui ci si avvicini al problema, l’intelligenza può essere messa in relazione con la mente, il cervello, l’anima, la personalità, la “fitness” evolutiva, l’informatica…
In questo articolo ne parliamo dal punto di vista dell’informatica e della tecnologia che si sta sviluppando per cercare di superarne le limitazioni.
Ma prima, un po’ di contesto.
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TIME WARP

Un mondo di plastica…

Contenitori in plasticaPlastica è il nome generico che accomuna una quantità particolarmente numerosa di materiali che oggi hanno una diffusione vasta e capillare e di cui facciamo quotidiana esperienza a volte anche senza accorgercene.
I materiali plastici, proprio perchè si differenziano in tanti gruppi e sottogruppi, sono estremamente versatili. Questo fa sì che possano essere usati nelle situazioni più disparate.
Se, per esempio, pensiamo alla plastica utilizzata nelle nostre autovetture, probabilmente la prima applicazione che ci viene in mente sarà la plancia e il cruscotto. Pensandoci bene anche i sedili sono rivestiti di un materiale plastico, opportunamente trasformato per diventare un tessuto. Per non parlare dell’imbottitura, che è una plastica espansa per diventare morbida.
E’ già più difficile associare la plastica alla carrozzeria, che istintivamente cataloghiamo come metallica, ma che a ben vedere è rivestita di plastica anch’essa, essendo la vernice l’ennesima declinazione di questa ubiquitaria sostanza.
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Fermate quel deserto!

Come sappiamo, per avere una vegetazione lussuriosa c’è bisogno di acqua, un composto di cui il nostro pianeta è abbondantemente fornito.
Tuttavia la distribuzione dell’acqua sulla Terra è tutt’altro che uniforme e ci sono territori vastissimi dove l’acqua è un bene prezioso e di difficile reperibilità.
E quando la quantità d’acqua è estremamente scarsa, inizia il deserto!
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Il caso Sally Clark, cosa ci insegna.

Sulle pagine di questo blog ci siamo occupati in altre occasioni di argomenti riguardanti la statistica, come il teorema di Bayes e il paradosso di Simpson, o vari tipi di fallacie logiche e illusioni cognitive
In alcuni casi abbiamo portato degli esempi concreti, tratti dalla letteratura scientifica, come l’efficacia della mammografia o il caso di sessismo all’Università della California.
In questo articolo vediamo invece un caso in cui la scarsa competenza con la logica e la statistica hanno portato ad aggiungere sofferenza ad una vicenda che già dal principio aveva il carattere di una tragedia: il caso Sally Clark.
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Complotti a regola d’arte


Internet è il paradiso del complottismo.
La facilità con cui le idee possono essere messe in circolazione e amplificate dal mezzo informatico permette anche alle ipotesi meno verosimili di far breccia nella mente, ma spesso soprattutto nel cuore, di milioni di utenti del cyberspazio.
Anche le teorie del complotto più fantasiose però hanno le loro leggi.

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Breve storia delle note musicali

Alcuni strumenti, come il trombone o il violino, permettono al musicista, facendo scorrere la coulisse o le dita sulle corde, di produrre una fluida progressione di suono, che varia dal più grave al più acuto, con continuità.
Eppure, come sappiamo, le note sono “solo 7”. Anziché una progressione continua abbiamo solo sette nomi, separati da intervalli discreti che si ripetono dal grave verso l’acuto.
Ma chi ha deciso quali debbano essere, fra le infinite possibili, le esatte frequenze che noi oggi identifichiamo con le 7 note? Perché proprio 7?
La risposta a queste domande è tutt’altro che semplice perché bisogna comprendere aspetti della fisiologia della percezione del suono, una buona dose di fisica e matematica e oltre mille anni di storia della musica, della filosofia e della religione, dall’antica Grecia ai giorni nostri!
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Le dimensioni dell’Universo

Apriamo questo articolo con una fotografia di Max Plank, uno dei giganti della fisica moderna che all’inizio del ‘900 contribuì a gettare le basi di quella che oggi chiamiamo meccanica quantistica. L’argomento di questo articolo, tuttavia, non riguarda il mondo dei quanti e delle particelle e il motivo per cui in apertura incontriamo il nome di Plank apparirà chiaro nella sua parte finale. Per iniziare è infatti necessario dare un contesto storico all’argomento centrale di questo articolo, dimensioni e unità di misura.
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Ecosistema: maneggiare con cautela

Nella seconda metà dell’Ottocento, il filosofo tedesco Wilhelm Wundt coniò l’espressione eterogenesi dei fini per riferirsi ad un fenomeno che era già stato descritto in passato per la prima volta da Giambattista Vico e che può essere riformulato in termini meno ampollosi come «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali».
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Il bottino della discordia

Tre pericolosi criminali, Aldo, Bruno e Carlo, riescono a portare a termine un grosso colpo ad una gioielleria.
Quando tornano al loro rifugio segreto con il bottino, tuttavia, sorgono i problemi, in quanto i tre non riescono a mettersi d’accordo su come dividere il maltolto in modo che ciascuno sia soddisfatto dalla propria parte.
Siete in grado di proporre una soluzione?
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Il quesito di Wason

Nel 1966 lo psicologo cognitivista Peter Cathcart Wason pubblicò un quesito logico volto a mettere in luce la difficoltà della mente umana ad effettuare delle deduzioni senza cadere in quello che chiamò “bias di conferma“.
Ve ne propongo una versione adattata al periodo che stiamo vivendo a causa della pandemia in corso.
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Errori di progetto

Immaginate di voler disegnare una creatura adatta a camminare e correre per chilometri e chilometri attraverso la savana. La vostra creatura avrà bisogno di un sistema di locomozione efficace e robusto per questa attività logorante e che non patisca le asperità del terreno. Per questo scopo, preferireste dotarla di appendici rigide, cornee e resistenti, o morbide e flessibili? In altre parole, sarebbero più adatti degli zoccoli o dei piedi?
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