Il difficile equilibrio fra giusto e sbagliato.
In questi primi anni del secolo, capita tristemente di assistere fin troppo spesso a notizie che riguardano attentati terroristici e azioni di guerra che coinvolgono civili innocenti.
In questi avvenimenti la morte delle persone è causata da comportamenti abietti e riprovevoli, frutto di estremismi che in tanti casi ci sembrano del tutto incomprensibili.
Ciò che è interessante ai fini di questo articolo è la constatazione che la nostra reazione emotiva, di fronte a fatti che per circostanze, motivazioni e numero di persone coinvolte sono in larga misura sovrapponibili, non è sempre omogenea.
Proviamo intanto ad elencare alcuni esempi del passato recente.
Il 7 gennaio 2015 è avvenuto l’attentato alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo a Parigi. Nell’attentato sono morte dodici persone e undici sono rimaste ferite. Pochi mesi dopo, il 13 novembre 2015 a Parigi sono stati perpetrati una serie di attentati portati a termine da almeno dieci persone fra uomini e donne, responsabili di tre esplosioni nei pressi dello stadio e di sei sparatorie in diversi luoghi pubblici della capitale francese. La più sanguinosa tra queste è avvenuta presso il teatro Bataclan, dove sono rimaste uccise novantatré persone.
Gli attentati del 22 marzo 2016 a Bruxelles sono stati tre, due presso l’aeroporto e uno alla stazione della metropolitana di Maalbeek.
Tali avvenimenti hanno giustamente scosso l’opinione pubblica europea, hanno avuto grande risonanza sui media e hanno spinto importanti personaggi dello spettacolo e leader politici ad esporsi e manifestare il proprio cordoglio per le perdite delle famiglie coinvolte negli attacchi. Queste foto si riferiscono proprio agli avvenimenti citati.
Se invece spostiamo l’attenzione verso il medio oriente, elencare tutti gli attentati palestinesi, spesso suicidi, occuperebbe troppo spazio, data la loro numerosità. Quindi riportiamo solo il dato raccapricciante di 624 vittime in 148 attentati considerando solo gli anni dal 2000 al 2008. Come episodio più recente citiamo i raid aerei che hanno colpito l’ospedale al-Quds di Aleppo, gestito da Medici Senza Frontiere. Tra le vittime, ci sono anche tre bambini e l’ultimo chirurgo pediatra rimasto nella zona controllata dai ribelli. In totale 25 vittime e 100 feriti.
Contrariamente a quanto il semplice bilancio numerico suggerirebbe, la reazione del mondo occidentale è stata alquanto differente nei casi citati, a testimonianza del fatto che una tragedia è percepita con maggiore gravità in funzione della vicinanza alla propria realtà.
Questa doppia misura, questo differente giudizio riguardante la gravità di avvenimenti ugualmente tragici, tuttavia non è una caratteristica dei cittadini “ricchi e ipocriti” degli stati occidentali. In realtà in qualunque parte del mondo, quando si abbracciano posizioni fortemente ideologizzate ed estremiste, le persone finiscono per considerare persino giuste le morti di innocenti ma fondamentalmente ritenute colpevoli di far parte di un sistema ingiusto e corrotto.
Per la nostra mente emotiva e per le giustificazioni razionali che diamo ai nostri sentimenti, lo stesso avvenimento oggettivo può essere contemporaneamente assolutamente giusto o profondamente sbagliato a seconda del punto di vista di chi lo osserva.
Per secoli questo atteggiamento emotivo/mentale è stato oggetto della filosofia nell’ambito dello studio dell’etica, ma oggi la scienza e la tecnologia possono aggiungere qualcosa di significativo alla discussione, come vedremo nei prossimi paragrafi.
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