Nella seconda metà dell’Ottocento, il filosofo tedesco Wilhelm Wundt coniò l’espressione eterogenesi dei fini per riferirsi ad un fenomeno che era già stato descritto in passato per la prima volta da Giambattista Vico e che può essere riformulato in termini meno ampollosi come «conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali».
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