L’era dei dinosauri
L’era mesozoica è divisa in tre periodi, il Triassico, il Giurassico e il Cretacico.
Stiamo parlando di un periodo di tempo che va dai 252 ai 66 milioni di anni fa e in questo lasso di tempo della durata di quasi 200 milioni di anni, il pianeta fu senz’altro la dimora dei grandi rettili.
Oggi i dinosauri rappresentano un soggetto che colpisce molto l’immaginario collettivo e a buona ragione, viste le dimensioni straordinarie che potevano raggiungere alcune specie. Essi fecero la comparsa nel Triassico superiore ma le specie più impressionanti, come i tirannosauri, contrariamente a quanto suggerisce il titolo del film con cui abbiamo aperto questo articolo, furono tipiche del Cretacico piuttosto che del Giurassico.
Il nome “dinosauro” fu coniato nel 1842 dal paleontolo inglese Richard Owen unendo le parole greche δεινός deinòs, “mostruoso” e σαῦρος sàuros, “lucertola”, tuttavia l’esistenza dei fossili di dinosauri era nota da millenni, anche se la spiegazione della loro esistenza ricadeva nella mitologia.
Presso i cinesi le ossa dei dinosauri erano appartenute ai cosiddetti kǒnglóng
恐龍, espressione che significa “drago terribile” e, immancabilmente, la medicina tradizionale cinese attribuisce loro dei poteri curativi. In Europa, i fossili dei dinosauri venivano attribuiti a resti di giganti o altre creature bibliche.
Durante il Mesozoico si verificarono le ultime due delle cinque estinzioni di massa cui abbiamo accennato nel paragrafo precedente.
Una si verificò alla fine del Triassico, probabilmente causata da un aumento delle temperature, e portò all’estinzione del 76% delle specie viventi e l’ultima alla fine del Cretaceo portò alla definitiva scomparsa di tutti i dinosauri non aviani con un ulteriore 75% di specie viventi.
A differenza delle altre estinzioni di massa che avevano avuto un carattere graduale, esteso per milioni di anni, in cui la morte degli animali fu dovuta a variazioni generali degli ecosistemi, nel caso dell’estinzione K-T (dall’abbreviazione di Cretacico-Terziario) siamo di fronte ad un evento rapido, globale e severo.
L’ipotesi oggi più accreditata sulla spiegazione del fenomeno risale al 1980 ad opera di un team di scienziati guidati da Luis Alvarez e suo figlio Walter, i quali osservarono una anomala concentrazione di Iridio negli strati sedimentari di rocce risalenti a 65 milioni di anni fa.
Siccome questo elemento, scarso nelle rocce terrestri, è invece particolarmente presente nelle meteoriti, essi ipotizzarono che quello trovato nei sedimenti fosse appunto di origine spaziale, arrivato sulla Terra a seguito dell’impatto con un asteroide, o una cometa delle dimensioni fra i 10 e i 15km.
Tale ipotesi fu suffragata dalla scoperta, nei primi anni novanta, del Cratere di Chicxulub. Un enorme cratere di origine metorica del diametro di 180km sepolto sotto la penisola dello Yucatan. L’impatto fu equivalente ad una bomba da 190000 gigatoni e causò un fenomeno analogo ad un inverno nucleare durato diversi anni in cui la presenza di polveri e detriti nell’atmosfera rese impossibile la vita della vegetazione e conseguente distruzione della catena alimentare.
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