Il coro

Nella commedia e tragedia greca era presente un personaggio molto peculiare, il coro.
Il coro greco era un personaggio collettivo che interagiva con gli altri attori e aveva un ruolo attivo nella vicenda, esattamente come gli attori singoli. Anche se già nell’antichità la presenza del coro nelle rappresentazioni andò via via riducendosi fino a sparire, curiosamente nelle teorie complottiste lo ritroviamo attivo e vitale.
In questa versione moderna di commedia dell’arte mediatica, il coro è forse l’anello più importante. E’ costituito dagli utenti che accettano la teoria come vera, essi sono i risvegliati, gli iniziati, quelli che non si fanno abbindolare, quelli a cui non la si fa, quelli che hanno capito tutto, i più furbi e i più scaltri.

Chi crede ad una teoria del complotto si sente parte di una élite, sa di essere a conoscenza di una verità che è negata ai più e si meraviglia del fatto che gli altri non siano in grado di vedere le cose per come sono realmente.
Per lui tutti i tasselli della vicenda si incastrano perfettamente ed è chiaro come il Sole che ci sia un disegno maligno di cui la popolazione è ignara e viene diretta come un gregge dai poteri che agiscono dietro le quinte.

Chi fa parte del coro generalmente è un assiduo frequentatore dei siti di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. Vive in una bolla mediatica in cui le informazioni vengono predigerite in salsa complottistica ed è circondato da persone che la pensano allo stesso modo e ripetono le loro teorie fino a legittimarle producendo l’effetto del vox populi, vox dei.

In qualche caso l’iniziato sente la compulsione di agire in prima persona, come vedremo più avanti, a volte facendo sentire la propria voce sui social media, apostrofando con veemenza il pubblico mainstream, paragonandolo a qualche animale notoriamente gregario, nel tentativo di svegliarlo e rivelargli la realtà, altre volte passando alle vie di fatto. Nelle intenzioni del complottista, si tratta di esternazioni a fin di bene… di solito.