Nervo laringeo ricorrente


Il nervo laringeo ricorrente (o “laringeo inferiore”) è un ramo del nervo vago, che innerva i muscoli della laringe, fatta eccezione per il muscolo tensore delle corde vocali innervato invece dal nervo laringeo superiore. Nei mammiferi esistono due nervi laringei ricorrenti, il destro e il sinistro, e la denominazione “ricorrente” si deve alla loro particolarità di ripercorrere lo stesso tragitto in entrambi i sensi. I due nervi non sono simmetrici nel loro percorso di andata e ritorno e qui ci concentreremo in particolar modo sul nervo sinistro il quale partendo dal cranio, viaggia a fianco della trachea per arrivare a circondare l’arco dell’aorta e poi risalire fino a raggiungere la laringe che è la sua destinazione finale.

L’esistenza dei nervi laringei ricorrenti è nota fin dall’antichità, infatti il primo a documentarne l’esistenza fu proprio il medico Galeno nel primo secolo EC e probabilmente ai suoi occhi, limitandosi a studiare l’anatomia umana, questo allungamento di percorso di qualche decina di centimetri sarà sembrato poco più che bizzarro.
L’assurdità di una tale scelta progettuale diventa evidente quando si scopre che essa si può ritrovare in tutti i vertebrati e in un caso particolare appare particolarmente eclatante: nella giraffa!

Della giraffa avevamo già parlato nell’articolo Organismi sotto pressione, quando avevamo mostrato come la straordinaria lunghezza del suo collo richiedesse particolari accorgimenti per gestire gli sbalzi di pressione dovuti a spostamenti della testa eccessivamente ampi.
Nel caso del nervo laringeo, la deviazione necessaria per fare il giro attorno all’arco dell’aorta lo costringe a percorrere l’intera lunghezza del collo, di circa due metri, prima in un senso e poi nell’altro. Non solo una “scelta” inefficiente, allungando di quasi 5 metri la lunghezza necessaria al segnale nervoso, ma anche una vulnerabilità inutile se pensiamo che, trovandosi in un’area così esposta come il collo, un danneggiamento del nervo laringeo porterebbe l’animale a non poter più deglutire.

Ovviamente la stranezza sopra illustrata ha perfettamente senso in ottica evoluzionistica, una volta che si osserva non solo come la morfologia dei sistemi nervoso e circolatorio si siano modificati passando da una specie all’altra, ma anche come essi si sviluppano nell’embrione man mano che questo si avvicina alla conformazione dell’organismo adulto.

Nell’immagine a fianco è possibile vedere una comparazione schematica fra l’anatomia di un pesce e un essere umano e appare evidente come la primordiale simmetria della creatura marina si sia aggrovigliata per permettere la formazione del collo con gli organi ivi contenuti.
Come si può vedere, nei pesci il nervo scorre dal dorso verso il ventre ramificandosi dal grosso nervo vago che si diparte dal cervello. Il suo percorso si svolge lungo il sesto arco branchiale e come i suoi omologhi negli archi adiacenti, scorre a fianco dei vasi sanguigni che li irrorano dipartendosi dall’aorta ventrale.

Dei vasi sanguigni relativi ai 6 archi branchiali, solo il terzo, il quarto e parte del sesto sopravvivono nei mammiferi placentati e di questi il sesto è attivo solo durante lo sviluppo fetale per portare sangue alla placenta.
Il quarto e il sesto vaso sanguigno, durante l’evoluzione e lo sviluppo embrionale, migrano verso il torace per dare luogo all’aorta e al legamento che la connette all’arteria polmonare, quindi il quarto ramo del nervo vago, che innerva la laringe, non potendosi sconnettere e riconnettere per scavalcarli, è costretto a rimanervi agganciato, seguirli in questo percorso e allungarsi per poi ritornare indietro verso la laringe che invece rimane localizzata nel capo.

Il biologo George C. Williams segnala un caso analogo a quello del nervo laringeo per quanto riguarda il percorso dei vasi deferenti che portano lo sperma dai testicoli all’uretra.
In questa schematizzazione si può vedere a sinistra un’ipotetica soluzione ottimale, in cui il testicolo è direttamente collegato all’uretra tramite il percorso più breve, e a destra la situazione reale in cui i vasi deferenti risalgono fino all’uretere per poi ricongiungersi all’uretra a valle della vescica.
In linea tratteggiata è ipotizzata la posizione originale dei testicoli prima che l’evoluzione li forzasse a discendere nello scroto alla ricerca di una temperatura più favorevole.