Come abbiamo visto nell’articolo sulla crittografia e sul controllo dell’errore, la trasmissione dell’informazione non sempre avviene in maniera ideale e, in un epoca in cui la comunicazione è così fondamentale, non domandarsi se il messaggio che si è ricevuto sia verace o meno può portare a conseguenza davvero catastrofiche!
Il rischio non è semplicemente quello di cadere vittima di una e-mail di Phishing, ma messaggi contraffatti o semplicemente danneggiati possono causare la perdita di enormi somme di denaro e persino mettere a repentaglio il futuro dell’intero pianeta, come vedremo nel prossimo paragrafo.

Un autunno come un altro

Il 26 settembre 1983, quando il mondo occidentale ballava sulla colonna sonora di Flashdance e Billie Jean di Michael Jackson, la congiunzione Terra-Sole legata all’equinozio d’autunno mandava in crisi il sistema satellitare russo OKO, che era preposto alla sorveglianza balistica nei confronti di un attacco missilistico da parte degli Stati Uniti.
La vicenda ha come protagonista il tenente colonnello Stanislav Evgrafovič Petrov e a lui si deve il fatto che l’umanità trascorse quel giorno d’autunno come una giornata qualsiasi, senza ritrovarsi annientata in un conflitto termonucleare globale!

Le due superpotenze, durante la guerra fredda, avevano basato la loro “strategia bellica”, se così la si può chiamare, sull’idea che un atto di ostilità da una delle due parti sarebbe stato corrisposto con una reazione tale da portare al totale annientamento dell’avversario. Ed entrambi sapevano che i rispettivi arsenali nucleari erano perfettamente capaci di raggiungere lo scopo.

In Unione Sovietica, durante le prime ore di quel 26 settembre, Petrov era di servizio presso il sistema di sorveglianza missilistica al bunker di Serpuchov 15, essendogli stato chiesto di sostituire l’ufficiale incaricato. A mezzanotte e 14 il sistema OKO segnala l’avvicinamento di un missile americano lanciato dalla stazionedi Malmstrom, in Montana.
Il protocollo imponeva a Petrov di fare rapporto ai suoi superiori segnalando il rilevamento, ma Petrov, conoscendo bene il sistema di rilevamento missilistico, sapeva che c’erano diversi modi per cui questo potesse trovarsi in errore. Il supercomputer M10 preposto all’elaborazione dei rilevamenti radar, eseguiva un programma pieno di errori e si bloccava spesso. I satelliti spesso erano fuori uso. Inoltre Petrov, conoscendo la dottrina dell’annientamento reciproco, giudicò inverosimile che gli Stati Uniti sferrassero un attacco con un solo missile. Egli rimase di questa opinione anche quando il sistema segnalò altri 4 avvistamenti e attese i 15 più interminabili minuti della sua vita finché non fu chiaro che questi rilevamenti non venivano confermati da alcun controllo incrociato, specialmente basandosi sull’interpretazione visiva delle foto dei satelliti.
Petrov segnalò il falso allarme… e noi siamo ancora qui a raccontarne la storia.

L’operato di Petrov fu al limite delle sue prerogative per cui l’ufficiale fu messo sotto inchiesta. La vicenda mise in luce la fallacia del sistema e questa avrebbe gettato discredito sulle forze armate, per cui la colpa dell’inefficienza fu fatta ricadere su Petrov che alla fine non fu né punito, né premiato, ma fu costretto ad abbandonare il servizio attivo.

Di tutta la faccenda non si seppe nulla fino al 1998 e solo nei primi anni 2000 egli ricevette alcuni riconoscimenti internazionali. Nonostante i riconoscimenti, Petrov mantenne tuttavia un atteggiamento umile, sostenendo sempre di non aver fatto altro che il suo lavoro. Secondo le sue stesse parole: “E’ carino da parte loro considerarmi un eroe. Non so se lo sono. Dal momento che io sono l’unico in questo paese ad essersi ritrovato in questa situazione, è difficile sapere se altri avrebbero agito differentemente”

Il motivo per cui la tragedia sia stata evitata è da ricercarsi, oltre che nel buon senso e sangue freddo di Petrov, anche nel fatto che siano stati presenti ulteriori fonti, cioè le foto satellitari, con cui si sia potuto fare un confronto e determinare la fallacia del messaggio elaborato dal computer.
Nei prossimi paragrafi affronteremo questi aspetti in maniera più formale.