Internet, la storia finora…

La struttura della rete internet, così come la conosciamo e usiamo ancora oggi, nasce nel 1991 a seguito del lavoro decennale di Tim Berners-Lee, con il rilascio del protocollo HTTP/1.0 (Hypertext Transfer Protocol), che definisce lo standard con cui identificare e trasmettere le informazioni ipertestuali sulla rete stessa. Come utenti del web siamo abituati a leggere, nella barra dell’indirizzo del nostro browser, una stringa che inizia con “http://”. Essa sta proprio ad indicare che il PC locale tenterà di collegarsi con un altro PC fisicamente connesso alla rete, reperibile attraverso l’indirizzo riportato nella stringa, utilizzando il protocollo HTTP.
Ciò che è importante sottolineare, perché ci torneremo più avanti, è che digitando l’indirizzo nella barra del browser, andiamo ad identificare uno specifico computer sulla rete sul quale risiede l’informazione a cui vogliamo accedere.
Per anni, almeno fino al 2004 quando è stato coniata l’espressione Web 2.0, la rete è stata concepita come un repository statico di informazioni. I creatori di contenuti progettavano i siti internet, scrivendo un insieme di pagine HTML collegate fra loro attraverso hyperlink e gli utenti vi accedevano navigando le pagine così come erano state pensate dai loro autori.
Certo, si trattava comunque di un approccio rivoluzionario rispetto ai media tradizionali, basati sul concetto del broadcast in cui i contenuti vengono riversati a pioggia nell’etere e gli utenti sono totalmente passivi nella fruizione. Ma mancavano ancora dei tasselli importanti per fare della rete ciò che conosciamo oggi. Accedere ad internet era qualcosa solo per persone particolarmente votate alla tecnologia. I sistemi operativi non erano nativamente predisposti per il collegamento per cui bisognava essere in grado di installare delle suite dedicate che gli conferissero questa capacità.

Inoltre il collegamento fisico avveniva attraverso la linea telefonica e doveva sottostare alle tariffe del gestore della linea che non erano pensate per incentivare l’uso per il traffico dati.
E’ a partire dai primi anni 2000 che l’informatica e la tecnologia hardware mettono a disposizione di utenti e sviluppatori degli strumenti che faranno del web ciò di cui oggi facciamo esperienza quotidiana. Lato server si affermano i linguaggi di scripting (come il PHP per citare uno dei più diffusi). Questo permette agli autori di scrivere pagine che sono in grado di adattare il proprio contenuto in funzione dell’interazione con l’utente. Attraverso questi linguaggi è possibile collegare le pagine a dei database in modo da rende le pagine modulari e svincolare il contenuto dalla forma con cui esso viene presentato graficamente. Nascono i CMS (Content management system), cioè dei software (come quello che genera questo stesso blog) che permettono a chiunque di generare dei siti web anche molto sofisticati pur senza avere conoscenza specifiche di programmazione. Lato client, il linguaggio Javascript e la sua implementazione nei browser permettono di creare pagine interattive molto sofisticate, che rendono l’interfaccia utente sempre più fruibile e flessibile.
Il flusso di comunicazione fra la rete e l’utente diventa pienamente bidirezionale, dando la possibilità che nascano siti di e-commerce e di raccolta di informazioni.
Nascono i social media!